Si sono appena concluse le elezioni amministrative che hanno interessato molti comuni italiani tra cui Pisa. Anche quest’anno, come nella migliore tradizione, vi è stata una potente affermazione del Partito Democratico che con poco più di 16000 voti (e oltre il 40% in più di voti rispetto a tutte le altre liste), manterrà il potere continuando con la sua opera di trasformazione di Pisa in una città vetrina per turisti abbandonando le periferie a loro stesse, il tutto con vivi ringraziamenti di commercianti e costruttori, vera élite di potere cittadino, che ha trovato nelle “grandi opere” promosse in città (porto, ikea, ecc.) una vera e propria Mecca.
Ma il dato veramente significativo uscito da questa tornata elettorale è l’astensionismo, che a Pisa ha raggiunto livelli record con una partecipazione al voto di poco più del 50% gli aventi diritto. Questo dato è spiegabile proprio con la gestione del governo cittadino, totalmente distaccato dalle reali esigenze della popolazione e volto a soddisfare gli interessi di un circolo ristretto di persone che costituisce il vero centro decisionale cittadino.
Ma la situazione pisana non è che la miniatura della realtà generale, dove l’astensionismo è in crescita esponenziale, a causa di un sistema politico totalmente distaccato dalle reali esigenze delle masse e ridotto a semplice esecutore delle linee guida dettate dal vero centro di potere europeo costituito dall’asse Draghi-Merkel che ha trovato in Napolitano il suo garante in Italia. Il Presidente della Repubblica, non a caso rieletto per un secondo mandato, nel suo compito di fedele esecutore dei diktat della troika, è stato promotore: prima dell’imposizione del governo (politico) Monti e, adesso, del governo Letta.
Due governi sostenuti dai medesimi partiti che si pongono in continuità tra loro e il cui ruolo è attuare le politiche d’austerità e riforma del sistema economico, necessarie alla grande borghesia europea per rispondere alla crisi strutturale in corso e alla caduta del saggio di profitto. Questa feroce lotta di classe, portata avanti dalla borghesia in contemporanea con l’aumento dello sfruttamento dei lavoratori, necessita di governi proni alle sue direttive che attuino quelle riforme strutturali volte da un lato ad eliminare ogni diritto dei lavoratori e dall’altro ad attuare una forte selezione di classe (con la logica del merito) fin dalla scuola, dividendo da subito i futuri sfruttati dalla futura classe dirigente che verrà formata nelle scuole e nelle università d’eccellenza come il S.Anna; difatto da questa vengono lo stesso Letta e l’attuale ministro dell’istruzione Carrozza.
Queste politiche, naturalmente, hanno portato ad un dissenso diffuso tra la popolazione al quale è stato risposto con un forte aumento della repressione per stroncare sul nascere qualsiasi tipo di lotta. L’opera repressiva portata avanti si muove con due principali obbiettivi: intimorire e scoraggiare, da un lato, e dividere dall’altro.
L’unico modo che abbiamo per far fronte a questo attacco è quello di continuare ad alzare la testa, sviluppare una forte coscienza di classe e unire tutte le lotte per raggiungere un unico obiettivo: la fine dello sfruttamento e per una società non più fondata sul profitto, ma sulla giustizia sociale.
COLLETTIVO AULA R