volantino distribuito

IL FUTURO E’ NEL MERITO!

L’approvazione del decreto
Gelmini sul riordino universitario gira intorno a quest’affermazione:
<>. L’assemblea
permanente dell’aula R della facoltà di Scienze politiche vuole, attraverso
questo volantino, spiegare a tutti gli studenti i cambiamenti principali che
dovrebbero avvenire secondo la legge:

  • Le Università definite “spendaccione” subiranno tagli e non potranno fare assunzioni; quelle virtuose vedranno i loro fondi aumentare e potranno assumere ed usufruire
    del 7% del Fondo ordinario e straordinario. Come dire: se nasci in Italia o in un paese del terzo mondo non è
    in fondo colpa nostra. E’ questo il merito?
    In proposito, riportiamo
    la notizia che l’Università Bocconi istituirà una cattedra, affidata al
    professore barone ordinario Maurizio Bellocchio, dedicata unicamente
    all’attività e alla conoscenza (?) di una delle più grosse banche mondiali
    d’investimenti finanziari, la Nomura. Il presidente della banca afferma :
    “Nomura è da lungo tempo impegnata a finanziare e a supportare la crescita
    sostenibile delle comunità in cui opera”. Viene quasi da ridere sul concetto di comunità che possa avere una
    banca che specula e fa prestiti in suo bene. La via è chiara!
  • I posti letto per studenti che
    non hanno la possibilità di sostenersi, in tutta Italia aumenteranno solo
    di 1.700 posti.

Ci saranno nuovi metodi di valutazione per
l’avanzamento di carriera dei professori
, che baroni o no, si dovranno
adeguare alle decisioni di enti di valutazione, non ancora definiti. In
sintesi, più pubblicazioni per ogni professore più avanzamento di carriera.
Oltre al fatto che questo criterio si basa sulla quantità più che sulla
qualità, favorisce essenzialmente tre cose:

  1. le collaborazioni tra professori non proprio etiche (io
    cito te, tu citi me…)
  2. ci domandiamo chi sarà a decidere sulla scientificità e
    sul valore? e poi siamo sicuri che
    il valore non si assesterà vicino
    alle richieste del mercato?
    Ne dubitiamo ampiamente, dato che viviamo
    in un sistema capitalista
  3. In ultimo, ma ci sembra la cosa più grave e pericolosa,
    si cerca di incoraggiare gli studi ed i lavori che “fruttano” e
    posseggono un valore di mercato, in
    assoluta contrarietà ad ogni relativismo, “pensiero debole”, e soprattutto
    critica! Si vuole la morte
    del pensiero nel canalone del profitto
    .

Adesso, quello
su cui vorremo che si riflettesse, è proprio il concetto di merito
ed il senso della parola meritocrazia. Questa parola nasce nel saggio
d’impronta surreale “L’avvento della meritocrazia” di un sociologo inglese,
Michael Young, edito 50 anni fa. Qui, la meritocrazia è basata sul Quoziente
Intellettivo e fallisce. Ora la parola merito si deve considerare, come le
chiamano gli inglesi, una buzz-word (parola panciuta) ovvero una parola che
diventata di moda non ha un significato chiaro o univocamente accettato, tanto
da rifarsi ad un’idea di società o ad un modello. Anche se si collegasse il
merito all’idea di competenza, risulta chiaro come i politici di ogni
schieramento (dall’alto della loro posizione sociale, quindi economica) tentino
di eliminare la mobilita sociale che garantisce, ancora per poco, che il figlio
di un operaio abbia la possibilità di studiare ed acculturarsi, oltre la scuola
dell’obbligo. Viene così attaccato il diritto allo studio, facendo uso di una
parola vaga che ha il solo compito, grazie ai mass-media, di indirizzare chi non s’informa verso i lidi della
stratificazione sociale ancora più accentuata. Si ritorna, dunque, all’idea di
premiare ( o meglio incentivare) chi sta meglio ed osteggiare chi, per non si
sa quale motivo, si trova a studiare in un ateneo c.d. spendaccione.
L’Università di massa necessità di ulteriori stratificazioni sociali e
differenze fra classi: ecco il merito della Gelmini!.

Assemblea Permanente Aula R – Rete per l’autoriforma

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