DOVE ERAVAMO RIMASTI E DOVE SIAMO ARRIVATI: LA NECESSITA’ DI RIALZARE LA TESTA

Quest’estate ad augurarci le buone vacanze ci aveva pensato il Governo tramite il provvedimento della Spending Review, per il controllo della spesa pubblica, che riguarda in grossa parte i settori della sanità e dell’istruzione pubblica, ovvero due apparati essenziali per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori e delle lavoratrici.

Nella realtà questo provvedimento si è rivelato altro, infatti possiamo notare come questi due settori delicati della società, stiano da un lato scomparendo e dall’altro vengono sempre più rimodulati e asserviti alle nuove esigenze del Capitale: CLASSISMO, PRODUTTIVITA’, PROFITTO.

 Ma cosa vuol dire classismo e selezione di classe?

Le ripercussioni pratiche della “selezione di classe” diventano di giorno in giorno sempre più evidenti anche nell’Ateneo Pisano: a Settembre, con il nuovo anno accademico, ci siamo trovati difronte all’aumento delle tasse universitarie del 7%, a nuovi ed ulteriori test per accedere ai corsi di laurea a numero chiuso, borse di studio e agevolazioni per il diritto allo studio dimezzate.

Per quanto governanti e baroni provino a spacciare tutto questo per MERITOCRAZIA, è evidente come questi processi siano una tutela ed una garanzia per chi già è privilegiato nella società, e come invece siano ostacoli e barriere per coloro che vivono situazioni economiche e sociali più difficili.

E la produttività e il profitto?

Il processo di aziendalizzazione dell’università va avanti ormai da anni, ma proprio negli ultimi periodi ha avuto la sua fase culminante. L’ingresso dei privati nel Consiglio d’Amministrazione (CDA) è l’emblema di come il mondo della formazione faccia gola agli interessi dei padroni e di come quest’ultimi usino l’università per reclutare e formare secondo gli standard imposti dal capitale da una parte la futura classe lavoratrice, dall’altra invece la nuova classe dirigente, ovvero i figli di quella attuale.

Le ripercussioni anche qui le troviamo ogni giorno nei nuovi dipartimenti con un’offerta della didattica ridotta, nell’università come costante esamificio dello “studia, consuma, crepa” oppure nelle alleanze tra imprese e università. Un esempio su tutti è il patto FIAT – Ministero dell’Istruzione per sfruttare ulteriormente la forza lavoro gratuita degli studenti tramite stage e tirocini e, perché no, per inserire qualche dirigente (aziendale) all’interno di CDA universitari.

L’Università di Pisa, purtroppo, si distingue dalle altre perché è stata la prima ad attuare le direttive imposte prima dalla Riforma Gelmini e poi dalla Riforma Profumo per accaparrasi il titolo di “ATENEO VIRTUOSO”, quindi, MERITEVOLE per poter ricevere ulteriori contributi ministeriali. Ma nonostante i continui tagli alle borse di studio, ad una didattica sempre più scadente e acritica, ai diritti di studenti e lavoratori sempre più saccheggiati, c’è chi nel frattempo trova il tempo per riempirsi le tasche di soldi aumentando le “indennità di carica” per i membri di alcuni organi collegiali (Consiglio d’Amministrazione, Nucleo di Valutazione d’Ateneo) e monocratici (Rettore, Prorettori e Direttori di Dipartimento).

Il concetto fondamentale da comprendere è che questi processi non coinvolgono solo l’università che è solo un comparto di un sistema ben più ampio, ma in nome della produttività e del profitto, assistiamo ogni giorno a continui attacchi padronali contro la classe lavoratrice: chiusura di fabbriche, licenziamenti, trasferimenti delle produzioni all’estero (dove la mano d’opera è più conveniente) oppure alla continua repressione che subiscono i movimenti di LOTTA di lavoratori e studenti.

Ed è proprio dalla lotta che bisogna ripartire, con la solidarietà e l’organizzazione che parta realmente dal basso, in opposizione alle logiche della delega e della rappresentanza che ci vuole in attesa di ricevere solo briciole.

Siamo convinti che l’unico modo di opporsi ai cambiamenti in negativo e ottenere miglioramenti delle nostre condizioni nell’Università, come nella società e nel mondo del lavoro, è partecipare attivamente in prima persona con assemblee orizzontali e con concrete forme di lotta come scioperi, occupazioni e autogestioni.

È giunto il momento di RIALZARE LA TESTA PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

 COLLETTIVO AULA R

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