Questa mattina come Collettivo Aula R, insieme al Fronte della Gioventù Comunista e PCL abbiamo contestato il “Job Meeting” al Palazzo dei congressi di Pisa, vera e propria fiera del lavoro precario e sfruttato, celebrazione dell’università azienda sempre più gestita da privati e legata alle esigenze del profitto.
Infatti la formazione universitaria sempre più specializzata e nozionistica, orientata verso la formazione di specifiche figure professionali, trova qui la sua “fiera” incontrando agenzie interinali, istituti di credito, colossi dell’industria, agenzie di management. Tutto “d’eccellenza” sia chiaro, tutto “di qualità”
“Sfruttamento, alienazione, profitto: basta fiere della precarietà!” questo lo striscione che abbiamo aperto all’ingresso del Meeting, distribuendo volantini e intervenendo al megafono. Siamo poi entrati attraversando gli stand e bloccando per alcuni minuti quello del DSU Toscana in solidarietà con le lavoratrici della mensa universitaria e per contestare le loro politiche di tagli alle borse di studio e ai servizi per il diritto allo studio.
Nonostante la volontà degli organizzatori di allontanarci abbiamo continuato la contestazione aprendo un secondo striscione che riportava “Basta alle fiere della precarietà!” continuando a diffondere volantini e spiegare i nostri motivi.
Anche quest’anno la contestazione ha avuto il sostegno e la solidarietà dei molti studenti che erano venuti per compilare un curriculum o anche solo per curiosare tra gli stand: c’è chi comprendendo meglio le modalità e i fini di questa “fiera”, ha deciso volontariamente di abbandonare il posto.
BASTA ALLE FIERE DELLA PRECARIETA’
Il 20 novembre al Palazzo dei Congressi di Pisa anche quest’anno si terrà il “Job Meeting”, vera e propria fiera dello sfruttamento e del lavoro precario, che si svolge in diverse città universitarie.
Il Job Meeting di Pisa – come si legge sul sito – “è organizzato da Cesop Communication in collaborazione con l’Ufficio Job Placement dell’Università di Pisa, struttura promossa dall’Ateneo per facilitare l’inserimento professionale dei giovani laureati.”
Ma di quale inserimento professionale e di quale lavoro parliamo se non quello all’insegna della precarietà, della flessibilità e dello sfruttamento?
Questa Fiera della precarietà, con tanto di workshop e area stand, può vantare espositori di riguardo.
Ci saranno numerose agenzie “lavorative”, agenzie interinali, di formazione e certificazione, ovviamente di “eccellenza”, che costituiscono il raccordo tra una formazione universitaria sempre più costosa e parcellizzata ed un mondo del lavoro senza diritti e spesso senza salario come nel caso degli stages, dei tirocini e degli apprendistati. Ci saranno gli stand delle multinazionali che sul nostro territorio sfruttano gli operai come Piaggio, Saint Gobain e Continental. Ci sarà Leroy Merlin esempio dello sfruttamento selvaggio dei lavoratori nella grande distribuzione commerciale. Ci saranno aziende come la Altran e la Sogin compromesse rispettivamente nella produzione bellica e nel nucleare.
Ma ci sarà pure lo stand del Diritto allo Studio Universitario Toscana che come studenti universitari dobbiamo ringraziare per l’aumento delle tasse, per la riduzione dei servizi e per il trattamento riservato ai lavoratori ed alle lavoratrici, come nelle mense universitarie dove il DSU ha puntato al risparmio, cessando di fatto di garantire un servizio e sfruttando più che mai le lavoratrici. Tutto questo assicura al DSU un posto d’onore al Job Meeting, come faro di un’università azienda votata al profitto ed al lavoro precario.
Il Job Meeting che si tiene martedì 20 novembre al Palazzo dei Congressi non è altro che la celebrazione dello sfruttamento delle classi dominanti sulle spalle dei lavoratori e delle fasce sociali più deboli.
Lo scorso anno un pugno di studenti hanno contestato questa Fiera con megafoni, volantini e striscioni, allarmando gli organizzatori e suscitando la solidarietà e la partecipazione di gran parte dei giovani (sicuramente molto “choosy”) presenti al Job Meeting nella speranza di trovare un lavoro. Siamo ancora qui quest’anno per dire “BASTA FIERE DELLA PRECARIETÀ!”
In un contesto che vede l’imposizione da parte dei governi di pesanti “sacrifici” alla gran parte della popolazione, fondamentale è anche il ruolo che assume l’Università italiana in via di smantellamento e sempre più alla mercé di enti privati e delle direttive imposte dall’Unione Europea. Percorso partito dal Processo di Bologna, fino ad arrivare alle ultime riforme della scuola e dell’università che hanno definitivamente spalancato le porte agli interessi dei capitali privati nel mondo della formazione.
La presenza di enti esterni “privati” all’interno degli organi d’ateneo ne è di fatto una dimostrazione. Sono proprio quei privati che stando all’interno del sistema universitario gestiscono e manovrano assieme ai baroni la formazione che ci viene imposta, privilegiando sicuramente tutti quei settori che risultano più utili e funzionali alla “produttività”, sia nel senso di sviluppo tecnico e materiale per l’attuale sistema economico, sia nel senso di sostegno ideologico e di sviluppo del potere e del governo.
Sono gli stessi privati che utilizzano le “agenzie lavorative” come tramite dal mondo della formazione a quello del lavoro e proprio nel Job Meeting tutti questi passaggi vengono posti chiaramente sotto gli occhi di tutti.
CONTINUIAMO LA LOTTA CONTRO LE POLITICHE DI AUSTERITÀ CONTRO I SACRIFICI, CONTRO LO SFRUTTAMENTO E LA PRECARIETÀ
CONTRO L’UNIVERSITA’ AZIENDA ASSERVITA AGLI INTERESSI DEI PRIVATI
PER UN’ UNIVERSITA’ LIBERA E DI SAPERI NON MERCIFICATI
BASTA FIERE DELLA PRECARIETA’
COLLETTIVO AULA R