CHE COSA E’ L’AULA R

STORIA

L’Aula R è uno spazio
autogestito dagli studenti all’interno della facoltà di Scienze Politiche di
via Serafini: la sua storia risale ai primi anni ’90, quando il movimento di
protesta della Pantera la occupò, con lo scopo di creare uno spazio dove gli
studenti potessero liberamente riunirsi, discutere e creare progetti culturali,
politici o di semplice socialità. L’Aula R rappresenta uno dei pochi luoghi
all’interno dell’ateneo pisano in cui è possibile realizzare questo.

L’ AULA R NELLA
MOBILITAZIONE CONTRO LA LEGGE 133

A seguito della grande
assemblea d’Ateneo contro la legge 133 e con la conseguente occupazione del
Polo Didattico Carmignani del 8-10.2008. nuovi studenti e studentesse della
facoltà di Scienze Politiche hanno sentito l’esigenza di far parte della
mobilitazione.

Da qui è nata la necessità di
creare un’ASSEMBLEA APERTA di Scienze Politiche.

Il Collettivo, pone come suoi
obiettivi principali: lavoro di controinformazione, lotta alla precarietà nel
mondo del lavoro, di cui l’Università costituisce uno dei passaggi principali, e rispondere alle
esigenze di studenti e lavoratori dell’
Università attraverso percorsi assembleari che vedano la partecipazione attiva
di tutti e tutte.

Il Collettivo ha trovato il suo
naturale spazio per riunirsi e incontrarsi nell’Aula R di Scienze Politiche.
Questo passaggio è stato vissuto in maniera spontanea dato che quest’ Aula è
stata sempre (dagli anni ’90) libera da
ogni logica di rappresentanza, infatti, le decisioni sono sempre state prese in
maniera ASSEMBLEARE e COLLETTIVA, tenendo sempre in alta considerazione le
necessità e le richieste di chi frequenta quest’ Aula anche SENZA fare attività
politica.

L’AULA R OGGI, COME IERI,
SEMPRE

Caratteri fondamentali per
capire i principi su cui si basa il funzionamento dell’Aula:

·L’AULA R è un’aula LIBERATA.
Questo significa che è aperta a chiunque voglia socializzare e partecipare alle
attività che vi si svolgono. Il Collettivo è parte integrante della vita
dell’Aula, ed è il momento in cui le idee prendono forma.

·L’AULA R non è una semplice aula studio come tutte le
altre, difatti nell’Aula è possibile studiare ma anche fermarsi e dire “stop”
al frenetico esamificio dell’Università. Ciò che è importante è il confronto
con le persone, l’acquisizione di sapere critico e non i crediti!

·L’AULA R è intollerante verso
ogni forma di razzismo, sessismo, proibizionismo, militarismo e autoritarismo.

·L’AULA R rigetta il profitto e
lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Qui non esiste alcun tipo di controllo
istituzionale e l’Aula è completamente autogestita.

Per chiunque senta il bisogno di contribuire alla
gestione e alla crescita di questo spazio unico nel suo genere, di condividere
e scambiare idee, esperienze e progetti il Collettivo si riunisce ogni MARTEDI’alle 13.30.

MAIL:
aular@autistici.org

COLLETTIVO
AULA R

STORIA

L’Aula R è uno spazio autogestito dagli studenti all’interno della facoltà di Scienze Politiche: la sua storia risale ai primi anni ’90, quando il movimento di protesta della Pantera la occupò, con lo scopo di creare uno spazio dove gli studenti potessero liberamente riunirsi, discutere e creare progetti culturali, politici o di semplice socialità. L’Aula R rappresenta uno dei pochi luoghi all’interno dell’ateneo pisano in cui è possibile realizzare questo.

L’ AULA R NELLA MOBILITAZIONE CONTRO LA LEGGE 133

A seguito della grande assemblea d’Ateneo contro la legge 133 e con la conseguente occupazione del Polo Didattico Carmignani, nuovi studenti e studentesse della facoltà di Scienze Politiche hanno sentito l’esigenza di far parte della mobilitazione.

Da qui è nata la necessità di creare un’ASSEMBLEA APERTA di Scienze Politiche per l’AUTORIFORMA. Questo nuovo soggetto politico, pone come suoi obiettivi principali: lavoro di controinformazione, lotta alla precarietà nel mondo del lavoro, di cui l’Università costituisce uno dei passaggi principali, e la costruzione di una riforma dell’Università che parta dal BASSO.

L’Assemblea ha trovato il suo naturale spazio per riunirsi e incontrarsi nell’Aula R di Scienze Politiche. Questo passaggio è stato vissuto in maniera spontanea dato che quest’ Aula è stata sempre (dagli anni ’90) libera da ogni logica di rappresentanza, infatti, le decisioni sono sempre state prese in maniera ASSEMBLEARE e COLLETTIVA, tenendo sempre in alta considerazione le necessità e le richieste di chi frequenta quest’ Aula anche SENZA fare attività politica.

L’AULA R OGGI, COME IERI, SEMPRE

Caratteri fondamentali per capire i principi su cui si basa il funzionamento dell’Aula:

L’AULA R è un’aula LIBERATA. Questo significa che è aperta a chiunque voglia socializzare e partecipare alle attività che vi si svolgono. L’Assemblea è parte integrante della vita dell’Aula, ed è il momento in cui le idee prendono forma.

L’AULA R non è una semplice aula studio come tutte le altre, difatti nell’Aula è possibile studiare ma anche fermarsi e dire "stop" al frenetico esamificio dell’Università. Ciò che è importante è il confronto con le persone, l’acquisizione di sapere critico e non i crediti!

L’AULA R è intollerante verso ogni forma di razzismo, sessismo, proibizionismo, militarismo e autoritarismo.

L’AULA R rigetta il profitto e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Qui non esiste alcun tipo di controllo istituzionale e l’Aula è completamente autogestita.

I GIOVEDÌ DELL’AULA R

Ogni GIOVEDI dalle 18 alle 20 l’AULA R propone un ulteriore momento di riappropriazione del nostro tempo, come individui e non come meri clienti dell’Università; perciò in queste due ore settimanali vengono proposte iniziative di socialità, con aperitivi, musica e dibattiti politici e culturali.

Per chiunque senta il bisogno di contribuire alla gestione e alla crescita di questo spazio unico nel suo genere, di condividere e scambiare idee, esperienze e progetti l’ASSEMBLEA si riunisce ogni MARTEDI’alle 13.30.

                                MAIL: aular@inventati.org

                                   Assemblea Permanente Aula R – Rete per l’Autoriforma

IL FUTURO E’ NEL MERITO!

L’approvazione del decreto
Gelmini sul riordino universitario gira intorno a quest’affermazione:
<>. L’assemblea
permanente dell’aula R della facoltà di Scienze politiche vuole, attraverso
questo volantino, spiegare a tutti gli studenti i cambiamenti principali che
dovrebbero avvenire secondo la legge:

• Le Università definite “spendaccione” subiranno tagli e non potranno fare assunzioni; quelle virtuose vedranno i loro fondi aumentare e potranno assumere ed usufruire
  del 7% del Fondo ordinario e straordinario. Come dire: se nasci in Italia o in un paese del terzo mondo non è
  in fondo colpa nostra. E’ questo il merito? In proposito, riportiamo
  la notizia che l’Università Bocconi istituirà una cattedra, affidata al
  professore barone ordinario Maurizio Bellocchio, dedicata unicamente
  all’attività e alla conoscenza (?) di una delle più grosse banche mondiali
  d’investimenti finanziari, la Nomura. Il presidente della banca afferma :
  “Nomura è da lungo tempo impegnata a finanziare e a supportare la crescita
  sostenibile delle comunità in cui opera”. Viene quasi da ridere sul concetto di comunità che possa avere una
  banca che specula e fa prestiti in suo bene. La via è chiara!
• I posti letto per studenti che
  non hanno la possibilità di sostenersi, in tutta Italia aumenteranno solo
  di 1.700 posti.

Ci saranno nuovi metodi di valutazione per
l’avanzamento di carriera dei professori, che baroni o no, si dovranno
adeguare alle decisioni di enti di valutazione, non ancora definiti. In
sintesi, più pubblicazioni per ogni professore più avanzamento di carriera.
Oltre al fatto che questo criterio si basa sulla quantità più che sulla
qualità, favorisce essenzialmente tre cose:

1. le collaborazioni tra professori non proprio etiche (io
   cito te, tu citi me…)
2. ci domandiamo chi sarà a decidere sulla scientificità e
   sul valore? e poi siamo sicuri che
   il valore non si assesterà vicino
   alle richieste del mercato? Ne dubitiamo ampiamente, dato che viviamo
   in un sistema capitalista
3. In ultimo, ma ci sembra la cosa più grave e pericolosa,
   si cerca di incoraggiare gli studi ed i lavori che “fruttano” e
   posseggono un valore di mercato, in
   assoluta contrarietà ad ogni relativismo, “pensiero debole”, e soprattutto
   critica! Si vuole la morte
   del pensiero nel canalone del profitto.

Adesso, quello
su cui vorremo che si riflettesse, è proprio il concetto di merito
ed il senso della parola meritocrazia. Questa parola nasce nel saggio
d’impronta surreale “L’avvento della meritocrazia” di un sociologo inglese,
Michael Young, edito 50 anni fa. Qui, la meritocrazia è basata sul Quoziente
Intellettivo e fallisce. Ora la parola merito si deve considerare, come le
chiamano gli inglesi, una buzz-word (parola panciuta) ovvero una parola che
diventata di moda non ha un significato chiaro o univocamente accettato, tanto
da rifarsi ad un’idea di società o ad un modello. Anche se si collegasse il
merito all’idea di competenza, risulta chiaro come i politici di ogni
schieramento (dall’alto della loro posizione sociale, quindi economica) tentino
di eliminare la mobilita sociale che garantisce, ancora per poco, che il figlio
di un operaio abbia la possibilità di studiare ed acculturarsi, oltre la scuola
dell’obbligo. Viene così attaccato il diritto allo studio, facendo uso di una
parola vaga che ha il solo compito, grazie ai mass-media, di indirizzare chi non s’informa verso i lidi della
stratificazione sociale ancora più accentuata. Si ritorna, dunque, all’idea di
premiare ( o meglio incentivare) chi sta meglio ed osteggiare chi, per non si
sa quale motivo, si trova a studiare in un ateneo c.d. spendaccione.
L’Università di massa necessità di ulteriori stratificazioni sociali e
differenze fra classi: ecco il merito della Gelmini!.

Assemblea Permanente Aula R – Rete per l’autoriforma