DALLA PARTE DEI LAVORATORi, NE’ RIFORME NE’ CONCERTAZIONE: SOLO LA LOTTA PAGA!

In questa fase di crisi economica e politica che stiamo attraversando l’attacco ai diritti sulle classi sociali più deboli si è intensificato ulteriormente. Le minacce paventate da parte dei vari governi per salvare le proprie economie nazionali si stanno concretizzando sempre più con il passare del tempo. In questo scenario neanche l’Italia è rimasta esclusa.
L’attacco cominciato con il Governo Berlusconi si è acuito ulteriormente con il governo Monti, fortemente voluto dall’Europa per attuare manovre di “risanamento” dei conti pubblici (quello che vogliono farci credere), ma tali provvedimenti a chi sono funzionali?
Di continuo sentiamo richiami alla coesione nazionale sbandierati da tutte le forze politiche e dal Presidente della Repubblica come mali necessari per salvaguardare l’interesse nazionale, ma intanto tali provvedimenti non fanno altro che tutelare gli interessi del capitale, aumentando lo sfruttamento della classe lavoratrice che si impoverisce sempre di più.
I primi settori ad essere colpiti sono quelli che riguardano la tutela sociale (sanità, istruzione, etc), poi l’attacco si è spostato sul versante delle pensioni e dell’aumento delle varie imposte, ma il vero attacco è quello che si sta profilando al mondo del lavoro.

Decenni di lotte operaie stanno per essere cancellati. I diritti conquistati per la tutela dei lavoratori saranno persi definitivamente per lasciar posto ad una maggiore funzionalità produttiva (profitto) e ai continui  ricatti dei padroni. Via intrapresa già da Marchionne per gli operai del gruppo FIAT, un “modello” di sfruttamento che sta facendo scuola.

Con la manovra che si prospetta si vuol andare ad incidere in particolare sull’ART. 18 che verrà modificato per aumentare la flessibilità lavorativa e per tutelare maggiormente (dicono loro) le fasce sociali più deboli, ovvero  giovani, donne e lavoratori anziani.

Di particolare interesse risulta la proposta di creare un CONTRATTO UNICO, presentata come una sorta di nuova strada da percorrere nell’immenso e variegato campo contrattuale esistente. In realtà questa non è altro che l’ennesima bugia, un’ulteriore presa di posizione del governo a favore dei padroni, tant’è vero che tale contratto prevede un periodo di prova che si allunga a tre anni nei quali risulta più facile per i lavoratori essere licenziati. Addirittura si prevede, nonostante i promotori di tale piano tentino di tenerlo nascosto, il licenziamento per “causa crisi”!

Anche il settore degli ammortizzatori sociali (Cassa Integrazione) verrà stravolto, si prevedono strette sulla durata e limitazioni alla cassa ordinaria, in particolare solo per quei lavoratori che dovrebbero riprendere il lavoro rapidamente. Per tutti gli altri solo indennizzi risarcitori, (briciole) o addirittura si sta valutando l’ipotesi “fantascientifica” del reddito minimo o sostegni al reddito per chi ha perso il lavoro…
Ora più che mai il ruolo dei sindacati confederali è praticamente nullo, con conseguente perdita  di incisività nella contrattazione e nella proposizione di politiche reali per la tutela dei diritti e degli interessi dei lavoratori.
Questa situazione fa sì che la loro base di riferimento stia perdendo ogni fiducia nei loro confronti.

Dobbiamo capire che anche noi studenti e studentesse non siamo esclusi da un contesto simile e che anzi potremmo risentire in prima persona di questi provvedimenti, dobbiamo entrare nell’ottica che in un contesto così delicato nessuno è al sicuro: oggi potrebbe toccare ai nostri genitori domani potrebbe toccare a noi in quanto futura classe lavoratrice.

E’ giunto il momento di compattarci, studenti e lavoratori, immigrati e precari per fare fronte comune contro queste politiche che riducono le fasce più deboli alla fame e continuano ad incentivare sempre di più gli interessi dei padroni.

SOLO UNA REALE LOTTA CHE PARTA DAL BASSO PUO’ PAGARE!

COLLETTIVO AULA R

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