CONTRO IL NAZIONALISMO NE’ MISTIFICAZIONE NE’ REVISIONISMO

La Giornata del Ricordo, celebrata ogni 10 febbraio, rappresenta uno dei casi più eclatanti di revisionismo e mistificazione della realtà storica in Italia. Con l’istituzione di questa ricorrenza lo Stato ha fatto sue le posizioni di tutta una serie di associazioni e movimenti di estrema destra che, non a caso, sfruttano questa data per fare propaganda e ottenere spazi di agibilità politica.

Ma cosa si commemora esattamente in questa data? Il testo della legge parla di conservare e rinnovare la memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, accomunando così due episodi completamente distinti e legati soltanto dalla cornice geografica. Lo scopo di questa “confusione” è chiaramente quello di far lievitare il numero delle presunte vittime per poter parlare di decine di migliaia di italiani uccisi dalla bestialità slavo-comunista.

Non una parola viene spesa per ricordare le efferatezze della politica coloniale del regime fascista nei territori occupati dei balcani, fatta di rappresaglie sulla popolazione civile, deportazioni di massa e italianizzazione forzata.

Sfatiamo il mito degli “italiani brava gente”, le occupazioni coloniali italiane, non furono meno oppressive e sanguinarie delle altre. Nei territori della ex-Jugoslavia, in Albania, in Grecia, ed in Africa, furono proprio gli italiani a reprimere nel sangue ogni resistenza, a fare stragi della popolazione civile, a sperimentare nuovi strumenti di morte.

Anche il periodo della Resistenza è vittima di un tentativo di revisionismo. Quasi ogni anno viene proposta l’equiparazione tra partigiani e repubblichini. Questi ultimi vengono presentati come dei “ragazzi” la cui unica colpa sarebbe stata quella di combattere dalla parte sbagliata. In realtà le brigate nere ebbero un ruolo attivo al fianco dei nazisti nella guerra anti-partigiana, nelle stragi e nei rastrellamenti contro la popolazione civile.

La mistificazione della realtà storica non è una prerogativa solo italiana. Uno degli ultimi esempi ci è dato dal Cile. Nel paese sudamericano, infatti, il governo di centro-destra ha di fatto riscritto la storia recente: sui testi scolastici la dittatura fascista del generale Pinochet è stata “declassata” a semplice “regime”.

Non possiamo permettere alla propaganda nazionalista di mistificare la storia a proprio piacimento, non possiamo legittimare l’ennesima menzogna xenofoba e razzista.

Nessuno spazio di agibilità per i vecchi e nuovi fascismi.

COLLETTIVO AULA R

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